di Donisi Daniele
AUTORE : Donisi DanieleTITOLO: "Bracbah: il ritorno dei demoni"CASA EDITRICE: Self-publishing con Amazon KDPFormato Ebook KindlePagine Ebook 339Prezzo 0.99€ per tutti / Gratis per KindleUnlimitedCover e Mappa realizzate da Fabio Porfidia (allegato)Link diretto per il download amzn.to/23rGgTQLink Facebook https://www.facebook.com/Bracbah
Sinossi
Danyĕħl è un giovane ragazzo che
vive con la sua famiglia in una “casa” albero gigante, nei pressi del villaggio
di Lifetown nelle terre del regno di Castleshlie. Nel mondo Bracbah nessun
umano è come lui, nemmeno la sua famiglia: occhi verdi, orecchie appuntite,
capelli neri. Con suo padre lavora le terre del re, come un umile contadino, quando
improvvisamente la sua vita cambiò. Tutto ebbe inizio durante i giorni
dell’Anello di Luce, nel momento in cui incontrò una veggente e il suo spirito,
i quali gli svelarono il suo destino: salvare tutte le creature di Bracbah da
un nuovo ritorno dei demoni. Spinto dal suo buon cuore e dalla consapevolezza
di essere il prescelto degli spiriti, Danyĕħl intraprese un lungo viaggio per
salvare una vita, ma questa scelta lo porterà a scontrarsi con nuovi nemici e a
seguire la sete di vendetta, tralasciando il suo destino e i suoi affetti. Nel
frattempo, le città vengono assediate dai demoni e comincia una lunga la
battaglia con gli uomini del re Kâħel e il leone magico Ålehx.
Quando tutto ormai sembra perduto per il popolo di Castleshlie, Danyĕħl arriverà
in loro aiuto compiendo, in parte, il suo destino.
L'AUTORE
Mi chiamo Daniele Donisi,Sono nato a Napoli nel 1982. Dopo aver conseguito il diploma di Perito Tecnico Industriale Informatico, ho deciso di frequentare la facoltà di Ingegneria Informatica, ma non potendo continuare gli studi, nel 2006 ho iniziato a lavorare e proprio in questo periodo, ho deciso di iniziare a scrivere la mia saga Fantasy che da sempre avevo in mente o nel cassetto, come si usa dire. Finito il primo libro non ho voluto attendere che il termine della saga così ho scelto di pubblicare l’ebook con il self publishing di Amazon KDP. Ho scelto questa strada perché ci sono molto vantaggi per lo scrittore (abbreviazione dei tempi di pubblicazione, meno costi di produzione e aggiornamento continuo, pieni poteri decisionali sulle royalties e sul prezzo di copertina, autonomia creativa e produttiva, avere un pubblico più vasto anche di altri paesi) e per il lettore che può avere un libro a basso costo e ogni utilizzabile su ogni device
Tornando a me e abbandonando momentaneamente la mia saga fantasy, mi considero una persona sensibile, intelligente, sempre pronta a sperimentare e conoscere. Mi considero una persona sensibile, intelligente, simpatica e sempre pronta a sperimentare e conoscere. Per quel che riguarda i miei gusti, amo i mattoncini LEGO e quando posso ne compro delle scatole per collezionarli; ascolto molto la musica, specialmente rock e pop (tra cui il Liga, U2, Linking Park, Coldplay); leggere e infine mi piace molto il cinema fantasy e di fantascienza.
Mi chiamo Daniele Donisi,Sono nato a Napoli nel 1982. Dopo aver conseguito il diploma di Perito Tecnico Industriale Informatico, ho deciso di frequentare la facoltà di Ingegneria Informatica, ma non potendo continuare gli studi, nel 2006 ho iniziato a lavorare e proprio in questo periodo, ho deciso di iniziare a scrivere la mia saga Fantasy che da sempre avevo in mente o nel cassetto, come si usa dire. Finito il primo libro non ho voluto attendere che il termine della saga così ho scelto di pubblicare l’ebook con il self publishing di Amazon KDP. Ho scelto questa strada perché ci sono molto vantaggi per lo scrittore (abbreviazione dei tempi di pubblicazione, meno costi di produzione e aggiornamento continuo, pieni poteri decisionali sulle royalties e sul prezzo di copertina, autonomia creativa e produttiva, avere un pubblico più vasto anche di altri paesi) e per il lettore che può avere un libro a basso costo e ogni utilizzabile su ogni device
Tornando a me e abbandonando momentaneamente la mia saga fantasy, mi considero una persona sensibile, intelligente, sempre pronta a sperimentare e conoscere. Mi considero una persona sensibile, intelligente, simpatica e sempre pronta a sperimentare e conoscere. Per quel che riguarda i miei gusti, amo i mattoncini LEGO e quando posso ne compro delle scatole per collezionarli; ascolto molto la musica, specialmente rock e pop (tra cui il Liga, U2, Linking Park, Coldplay); leggere e infine mi piace molto il cinema fantasy e di fantascienza.
Vi ingolosiamo con un estratto....
Il bibliotecario
Come ogni mattino, l’anziano bibliotecario di New Olyum
si svegliò presto, abbandonando il tepore del letto per vestirsi nella fredda e
umida aria mattutina. Era sua consuetudine alzarsi di buon ora e dirigersi
quietamente nei sotterranei del palazzo della biblioteca, vicino alle antiche fondamenta
della vecchia biblioteca, per il solito giro di controllo. Lì erano custoditi,
sotto strati di polvere, dei tomi e delle pergamene preziose e solo poche
persone avevano il permesso di accedervi, oltre alla famiglia reale.
Come tutti i giorni, regnava un silenzio irreale nella
costruzione, finché l’anziano non udì un rumore sospetto.
«Chi sei? Cosa credi di fare qui?» gridò forte, con l’eco
della sua voce che si espandeva in ogni direzione.
Non avendo ricevuto alcuna risposta rimase in silenzio.
Nel frattempo, circondata da scaffali ripieni di alcuni
ninnoli, tre o quattro libri e alcuni rari fiaschi di vino elfico, quella voce
invisibile sembrò a Tala un’entità spirituale senza un’apparenza di visibilità.
La fanciulla fece qualche passo in avanti e con la poca luce che emanava la
candela scrutò attraverso gli scaffali senza però riuscire a distinguere colui
che l’aveva sorpresa in quel luogo segreto e proibito.
«Ti sei sciolta dalla paura? Guarda che ti vedo…» le
disse l’anziano.
Tala rimase in silenzio per qualche istante, era
spaventata e indecisa: non sapeva se scappare o rispondere.
«Sono qui! Non ti vedo, dove sei…»
«Sono nello scaffale accanto al tuo…»
«Ma chi sei? Perché mi hai spaventato in questo modo?»
Poco dopo, il bibliotecario sbucò dal buio con una
candela più grande. Era un uomo di bassa statura, molto esile e dall’aria
appassita. Sul volto erano visibili i segni del tempo, molte rughe e una lunga
barba grigia quasi sfiorava il pavimento.
«Ragazzina, non hai il permesso di venire qui!» disse
puntandole contro un dito tutto piegato dall’artrosi, «Ma lo sai che hai dei
bellissimi occhi verdi? Mi ricordi un amico…» continuò, avvicinando la candela
al suo viso.
«Da lontano, nella sala principale, ho visto una piccola
porta e sono entrata. Voglio conoscere le antiche leggende di Bracbah.» ribatté
Tala.
La paura le era quasi passata; cominciava ad essere
impaziente, voleva leggere quelle storie a tutti i costi.
Il silenzio calò improvvisamente per alcuni lunghissimi
istanti, poi il bibliotecario disse: «Allora, ragazzina sapientona, come ti
chiami?»
«Mi chiamo Tala. Dove sono i libri segreti?»
«Vai così di fretta? Grazie per aver chiesto il mio
nome!» disse contrariato, poi s’incamminò verso un’altra stanza.
“Che impertinenza,
più ci penso e più mi ricorda qualcuno” rifletté tra sé e sé.
«Ora dove vai?»
«Alla tua domanda rispondere non è facile come vorresti.
Forse il modo migliore è rivolgerti a mia volta alcune domande. Conosci le
leggende dei prescelti?»
Una pausa.
«Conosci il ritorno dei demoni?»
Udendo quelle parole Tala s’irrigidì. Quelle parole erano
sinonimo di tutte le cose orribili della vita, reali e immaginarie, erano usate
per spaventare i bambini e suscitavano immagini di spettri e troll, fantasmi e
morte. Tala lo guardò e annuì lentamente. L’anziano si concesse una pausa prima
di proseguire.
«Mi chiamo Ahsdì e come sai sono il bibliotecario. E
forse sono quello che più ha viaggiato, poiché nessuno della mia famiglia si è
spinto oltre le Terre ferme di Bracbah.» poi di scatto si fermò e si voltò
indietro, «Ragazzina, ancora lì? Vuoi sfamare la tua sete di sapere oppure vuoi
restare al buio?» disse Ahsdì, mentre le tendeva la mano invitandola a
seguirlo, «Dai, seguimi, ma devi promettere che ciò che vedrai e sentirai non
uscirà mai da questo luogo. D’accordo?»
Lei annuì e gli corse dietro: «D’accordo.»
Ahsdì precedeva di qualche passo Tala; proseguirono nel
buio lungo il corridoio, finché non arrivarono in fondo ed entrarono in uno
stanzino. Il bibliotecario si accostò a una parete, toccò dei meccanismi
nascosti, si sentirono scattare delle molle. Dopo qualche istante la parete
iniziò a spostarsi: si allontanava da loro e mostrava sulla destra una piccola
porta che dava in un altro ambiente. Un momento dopo, Ahsdì accese altre candele
che illuminarono sufficientemente quella piccola stanza. Sembrava molto antica.
L’aria sapeva di chiuso e di muffa, ma era respirabile, il pavimento era
composto da travi di legno, ammuffite dal tempo, che scricchiolavano ad ogni
loro passo, ma le pareti e il soffitto erano in pietra dura, liscia e non
lavorata. C’erano polvere e ragnatele ovunque.
Tala subito si sedette comodamente su una sedia vicino ad
un vecchio tavolo di legno, anch’esso ammuffito, mentre l’anziano bibliotecario
scomparve per qualche istante nella zona buia della stanza. Si udì un leggero
stridere di chiavi, poi ricomparve con uno strano libro. Era molto grosso e
consumato, la rilegatura era fatta a mano con corde di cuoio.
«Ecco il libro!» disse appoggiandolo delicatamente sul
tavolo, «Ogni istante ed ogni particolare delle leggende di Bracbah che tu
vorrai sapere sono in questo libro. Sono i miei appunti.»
«Come fai a sapere ogni particolare delle leggende, se tu
non c’eri?»
«Chi ti dice che io non c’ero!? Ora ascolta, ti leggerò
la mia leggenda preferita.»
Si sedette accanto alla ragazza e sistemò al meglio le
candele così da riuscire a leggere.
«Cominciamo.» disse Ahsdì schiarendosi la voce e
attirando l’attenzione della ragazza, prima di iniziare a leggere, «La leggenda
che sto per raccontarti prende avvio da una storia molto lontana nel tempo,
quando gli spiriti di Bracbah decisero che era giunto il momento di far nascere
un nuovo prescelto. Erano passati circa mille anni dalla grande fuga degli
umani dall’isola di Rohat verso le terre ferme; tempo in cui l’ultimo prescelto
decise di sacrificare la sua vita per il bene di tutti gli esseri viventi. Le
Terre ferme di Bracbah erano caratterizzate dalla presenza di tre razze: gli
elfi, i giganti e i nani; ogni villaggio aveva le proprie caratteristiche ed
erano in armonia tra loro, non avevano confini, non avevano rivalità o
sentimenti d’odio, non avevano sete di potere e non usavano mai la magia…»
«Ehm… il prescelto?» domandò improvvisamente.
Ahsdì la guardò e chinò il capo. La sua voce si spense e
rimase in silenzio per qualche istante fissando il suo libro.
«Con calma, dammi il tempo…» le disse con una smorfia
d’irritazione.
Tala scosse la testa e sbuffò: «Conosco già la storia
delle vecchie terre. Non puoi andare più avanti?»
Ahsdì le lanciò un’altra occhiataccia che lasciava
intendere come interruzioni e commenti non fossero graditi.
«Bracbah ha una sorta di maledizione: ogni mille anni c’è
sempre il rischio di una catastrofe che possa portare il pianeta a
distruggersi. L’equilibrio tra bene e male si era rotto: il male reclamava e
pretendeva la sua parte, tuttavia gli spiriti si erano già preparati scegliendo
il proprio guerriero per riportare l’equilibrio. Alcuni lo chiamavano l’eletto,
altri il prescelto. Era un umano dalle caratteristiche uniche: aveva le
orecchie leggermente a punta e gli occhi verdi lucenti, che riflettevano la sua
bontà e il fuoco della vita.»
«Ottimo, è la leggenda che volevo ascoltare!»
«Tala… shhh, ma come sei impaziente… hai da fare?»
«Ops… perdonami.» rispose la ragazza, portandosi le mani
sulle labbra come segno che sarebbe rimasta in silenzio.
«L’ultimo giorno in cui ho visto il prescelto è stato
quando venne da me per trovare una risposta al suo futuro e in cambio mi diede
delle mappe di alcuni villaggi dove avrei potuto trovare qualcosa di unico da
mettere nei miei scaffali.»
«Aspetta… aspetta… hai detto che l’hai conosciuto? Ma
come hai fatto! E poi tu sei vecchio!» disse Tala, strattonando il braccio ad
Ahsdì.
«Grazie per il vecchietto. Sempre molto gentile.»
ironizzò il bibliotecario, «Non sempre quello che vedi è la realtà. Ricorda, a
volte l’apparenza inganna. E anche le maledizioni…» disse con un lungo sospiro,
«Ora posso continuare a leggere?!»
Tala fece cenno di sì con la testa, e Ahsdì dopo un colpetto
di tosse riprese il suo racconto.
«Tutto ebbe inizio per qualche strano caso, una mattina…»
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