venerdì 28 aprile 2017

Recensione "Cerchi infiniti" di Cees Nooteboom


Cerchi Infiniti
Viaggio in Giappone
Cees Nooteboom

Formato: Brossura
Genere: Viaggi
Editore: Iperborea        
Pagine: 128

Certi viaggi hanno l’obiettivo segreto di «estraniarti dalle tue origini», «scardinarti l’esistenza»: «soltanto allora sei stato veramente via, così altrove da essere forse diventato un altro», scrive Cees Nooteboom, infaticabile esploratore di culture, riguardo al paese che conserva per lui un fascino unico: il Giappone.Cerchi infiniti raccoglie i suoi testi più illuminanti su quarant’anni di viaggi attraverso i paesaggi, le architetture, la poesia e la storia del Sol Levante. Dalle metropoli avveniristiche di Tokyo e Osaka alle antiche città imperiali di Kyoto e Nara, dalle incisioni di Hokusai e Hiroshige al teatro kabuki, il rapimento mistico e intellettuale dei giardini zen, quella coesistenza intrecciata di buddhismo e shintoismo nei templi e nei riti millenari che scandiscono ancora il calendario nelle campagne. Viaggi accompagnati dalle pagine di Kawabata, Mishima, Tanizaki, ma soprattutto dalle Note del guanciale di Sei Shōnagon e dalla Storia di Genji di Murasaki Shikibu, il primo romanzo della storia, che ritrae il raffinamento estremo a cui giunse l’isolata corte di Heian nell’XI secolo. Con la sua capacità di cogliere le sfumature più sottili, accendere connessioni, stimolarci a vedere con altri occhi e a rapportare il particolare all’universale, Nooteboom ci immerge nell’esperienza della scoperta, della bellezza e della sfida che il Giappone continua a rappresentare per l’Occidente: possiamo arrivare a conoscere veramente una cultura così lontana da noi? Ma è proprio nel confronto con l’altro che il viaggio diventa una ricerca sul fondo comune della condizione umana, un pellegrinaggio interiore per interrogarsi su se stessi.







Giudizio sintetico


Da amante del Giappone, ho apprezzato questo libro regalatomi da Chiara, dalla prima all'ultima riga.
È un raffinatissimo racconto di viaggio alla scoperta di uno dei Paesi più affascinanti e dai tratti più misteriosi e impenetrabili, sempre ricco di particolari strabilianti ed estremamente lontano dalla cultura occidentale: il Giappone.


 "Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone" non è "soltanto" una raccolta di racconti di viaggio, è una continua scoperta del Giappone attraverso i suoi paesaggi, le sue architetture, i suoi aspetti culturali, senza mai rinunciare a raffinate incursioni negli aspetti storico-letterari e ad affondi sugli usi e costumi dei suoi abitanti. 
È un libro che consente agli amanti della letteratura di viaggio, e in particolar modo agli amanti del Paese del Sol Levante, di scoprire sfumature e allacciare collegamenti di altissimo profilo.


Hanno un pregio raro le pagine scritte da Cees Nooteboom: non si limitano a descrivere il Giappone e i suoi aspetti più raffinati e meno conosciuti, ma consentono al lettore di assaporare a pieno l'esperienza della scoperta di questo arcipelago ricco di storia e di tradizioni millenarie che, ancora oggi, si accompagnano, convivono e stridono con una modernità stupefacente e dai tratti inarrestabile.

"Cerchi Infiniti" pone il lettore di fronte a molti interrogativi, gli stessi con i quali ogni viaggiatore ha dovuto fare i conti mentre ha vissuto un'esperienza alla scoperta di questo straordinario Paese che sarà sempre protetto da una preziosa aura di mistero in grado di resistere ai molteplici tentativi di dissolverla.



Cees NOOTEBOOM

NAZIONE: OLANDA
Autore di romanzi, poesie, saggi e libri di viaggio, è ritenuto «una delle voci più alte nel coro degli autori contemporanei» (The New York Times), tradotto in più di trenta paesi e insignito di numerosi premi letterari, paragonato dalla critica a Borges, Calvino e Nabokov. Nato all’Aia ed eterno viaggiatore, si è rivelato a soli ventidue anni con Philip e gli altri e ha raggiunto il successo internazionale con romanzi come Rituali e Il canto dell’essere e dell’apparire. Tra le ultime sue opere pubblicate da Iperborea, Le volpi vengono di notteAvevo mille vite e ne ho preso una sola e Tumbas.

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