Formato:
Illustrato
Editore: Universale economica Feltrinelli
Pagine: 139
Giudizio sintetico
Nel bel mezzo del deserto un aviatore,
costretto da un guasto ad un atterraggio d’emergenza, incontra un piccolo
ometto biondo vestito da principe arrivato sulla terra dallo spazio dopo aver
abbandonato il suo piccolo pianeta, dove viveva solo con una rosa, perché
triste e saturo di solitudine.
Dopo aver affrontato e incontrato
diversi personaggi, il piccolo principe giunge sulla terra dove trova
nell’aviatore un sincero amico e con il quale imparerà a trovare la strada
giusta da percorrere.
Recensione:
Nella maggior
parte di grandi magazzini, biblioteche o librerie, “il piccolo principe” è
collocato nel reparto “ragazzi”.
Eppure, quello
che più mi ha colpita leggendo questo romanzo a 28 anni, investendo solo un
pomeriggio piovoso, è l’uso armonioso di metafore per affrontare temi
filosofici e sul senso più profondo di amicizia, amore e vita in modo semplice
e leggero, da un lato senza chiudere la porta a quei bambini incuriositi dal
romanzo e che possono comunque apprezzare la genuinità di immagini e contenuti,
dall’altro permettendo ai più grandi di cogliere il messaggio sul valore della
semplicità e dei sentimenti guardando le cose con gli occhi dei più piccoli.
“Non
si vede bene che con il cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi”
Abbandonare il
proprio piccolo pianeta per perdersi in una ricerca per nulla banale ma anzi
utile per compiere quei piccoli passi per migliorarsi e apprezzare la
semplicità e il bello di ciò che abbiamo.
A LEONE
WERTH
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a u a persona grande.
Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa.
Questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata.
E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano).
Perciò correggo la mia dedica:
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a u a persona grande.
Ho una scusa seria: questa persona grande è il miglior amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa.
Questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini; e ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata.
E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stato. Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano).
Perciò correggo la mia dedica:
A LEONE
WERTH
Quando era un bambino
Quando era un bambino
Durante il
viaggio dall’asteroide 325 alla 330, il piccolo Principe incontra personaggi
dalle caratteristiche a dir poco particolari che incarnano aspetti distintivi
della natura dell’uomo, il re triste, l’uomo d’affari, il geologo (che
consiglierà la Terra come tappa del viaggio) e molti altri, che con
atteggiamenti diversi ma molto riconoscibili, rappresentano stereotipi della
società moderna, rimanendo attuali a 73 anni di distanza.
Fino
all’incontro con l’aviatore nel deserto, che si dimostra il compagno perfetto
sia per la capacità di “vedere oltre” al cappello, sia per l’autenticità di
un’amicizia improbabile.
Ognuno di noi,
in fondo, aspira a trovare un “aviatore” per se stessi con cui condividere
tutto e lasciarsi “addomesticare”.
Ed è proprio
per questo motivo che ho associato molto di me stessa a questo romanzo.
In ogni
personaggio ho riconosciuto persone che rappresentano punti fermi, passati o
presenti della mia vita in particolare proprio l’aviatore e poi la volpe e la
rosa.
Oltre al
linguaggio fluido, l’autore dà un tocco originale e maestoso al libro unendo
alle metafore e alla storia illustrazioni semplici ma piene di significato che
danno un tocco di colore ma che sono singolarmente piccole opere d’arte.
Avrete sentito
dire che “Il piccolo Principe” è un magico trattato di psicologia umana, che
potrete risolvere ogni vostro problema leggendolo.
Non so se sia
vero, ma non ho avuto questa percezione, anzi, è come se avessi trovato un
vecchio disegno della “me bambina” e avessi capito solo ora come riempire gli
spazi bianchi e quali colori scegliere.
Nulla di
psicologico, solo un grande invito ad apprezzare la semplicità nella frenesia
del presente, dove l’egoismo copre spesso i sentimenti più puri.
Questo romanzo
è un capolavoro senza tempo dove poter ritrovare o scoprire la bellezza della
semplicità e capire chi e cosa, nelle nostre giornate piene e frenetiche, rende
il disegno della vita un enorme foglio di felicità da colorare insieme.
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Antoine de Saint-Exupéry
Scrittore francese. Di famiglia aristocratica,
cattolica e tradizionalista, ebbe un’infanzia turbata dalla morte del padre e
oppressa dalla monotonia della vita di collegio. Pilota militare nel 1921,
scoprì nel volo un’appassionante occasione di libertà, di autonoma ricerca di
identità. Dal ’26, come pilota civile, si dedicò ad avventurosi voli
intercontinentali, legando alle proprie esperienze dirette una pratica
letteraria destinata a diventare sempre più importante nella definizione del
proprio rapporto con il mondo.
Esordì con una novella, L’aviatore (L’aviateur, 1926), ma si affermò come romanziere con Corriere del Sud (Courrier Sud, 1928), entusiastico appello al superamento del quotidiano attraverso una costante tensione morale ed emozionale. Gli interessi di S.-E. per un’etica dell’azione si precisarono nel successivo romanzo Volo di notte (Vol de nuit, 1931), pubblicato con una prefazione di André Gide e diventato anche il nome di uno dei più famosi profumi della storia, ideato da Guerlain.
Nel 1935, durante uno sfortunato raid New York-Terra del Fuoco, riportò ferite gravissime; dalla lunga convalescenza nacque il romanzo Terra degli uomini (Terre des hommes, 1939), amara riflessione sulla civiltà occidentale contemporanea, alla luce di un certo misticismo: alla civiltà industriale, ai suoi sistemi politici e ideologici, venivano contrapposti i valori «eterni» del sacrificio, dell’amicizia e dell’onore. Non a casa questo titolo ha ispirato il nome di una delle organizzazioni internazionali difesa dei diritti dell'infanzia in difficoltà senza discriminazioni di ordine politico, razziale o religioso.
Scoppiata la guerra, S.-E. si arruolò nei reparti di ricognizione; ma, dopo l’armistizio, riparò negli Stati Uniti e alla tragica esperienza della disfatta francese dedicò il romanzo Pilota di guerra (Pilote de guerre, 1942), in cui emergono motivi di religiosità cattolica.
Esordì con una novella, L’aviatore (L’aviateur, 1926), ma si affermò come romanziere con Corriere del Sud (Courrier Sud, 1928), entusiastico appello al superamento del quotidiano attraverso una costante tensione morale ed emozionale. Gli interessi di S.-E. per un’etica dell’azione si precisarono nel successivo romanzo Volo di notte (Vol de nuit, 1931), pubblicato con una prefazione di André Gide e diventato anche il nome di uno dei più famosi profumi della storia, ideato da Guerlain.
Nel 1935, durante uno sfortunato raid New York-Terra del Fuoco, riportò ferite gravissime; dalla lunga convalescenza nacque il romanzo Terra degli uomini (Terre des hommes, 1939), amara riflessione sulla civiltà occidentale contemporanea, alla luce di un certo misticismo: alla civiltà industriale, ai suoi sistemi politici e ideologici, venivano contrapposti i valori «eterni» del sacrificio, dell’amicizia e dell’onore. Non a casa questo titolo ha ispirato il nome di una delle organizzazioni internazionali difesa dei diritti dell'infanzia in difficoltà senza discriminazioni di ordine politico, razziale o religioso.
Scoppiata la guerra, S.-E. si arruolò nei reparti di ricognizione; ma, dopo l’armistizio, riparò negli Stati Uniti e alla tragica esperienza della disfatta francese dedicò il romanzo Pilota di guerra (Pilote de guerre, 1942), in cui emergono motivi di religiosità cattolica.
Fonte Ibs.it
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“Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce
ne faremo.
Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza.
Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza.”
Il Piccolo Principe
Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza.
Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza.”
Il Piccolo Principe
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