venerdì 3 marzo 2017

Segnalazione Libri da Leggere: Il segno della tempesta.

Francesca Noto



Editore: Astro Edizioni
Anno edizione: 2016
Pagine: 352 p. , Brossura
Età di lettura: Young Adult.

Lea Schneider ha un dono, o forse una maledizione. Riesce a percepire con impressionante chiarezza le emozioni altrui. È sempre stato un fardello complicato da gestire, in grado di trasformare la sua adolescenza in un inferno. Anni dopo, le sue capacità tornano a manifestarsi con forza. In preda a strani sogni premonitori, Lea decide di fuggire verso la regione più selvaggia della Florida, dove è stata concepita vent'anni prima. Ciò che non sa è che quel viaggio - come il suo dono - fa parte di un disegno più grande. Chi è Sven, il ragazzo senza un passato e dotato di capacità ben più potenti delle sue? Nuove forze scoprono le carte di una partita antica, di cui i due giovani sono il fulcro.


Vi stuzzichiamo con tre estratti inviati direttamente dall'Autrice:

ESTRATTO 1

«È finita. Avresti dovuto pensarci prima. Avresti dovuto scegliere con più astuzia da che parte stare, e non puoi dire che non ti abbia avvertito. Ma sei solo... e morirai da solo, Valoisa, con la runa di Thurs incisa sul cuore. Questo è il tuo wyrd». La sua voce era come mercurio, liquida, cromata, veleno concentrato in ogni sillaba che pronunciava.
«Vai all’inferno...», ebbe la forza di pronunciare, inghiottendo una boccata di sangue. Parole appena udibili, che si persero in un debole rantolo. «Questo è il tuo wyrd, figlio di puttana!».
«Certo, tu comincia pure a mostrarmi la strada, intanto», ribatté l’altro, con una bassa risata malevola. «Perché Valoisa muore stanotte».
L’uomo sollevò la mano. Stringeva qualcosa nel pugno, qualcosa di allungato e scintillante. Era il bagliore dei lampi, o la sua mano a brillare di una sinistra aura opalina? Non ebbe il tempo di chiederselo. Vide il braccio di lui fermarsi all’apice, e poi calare in un affondo violento. Sentì la punta metallica piantarglisi nel petto, penetrare sopra la clavicola sinistra, inchiodandolo al suolo. Sgranò gli occhi, inarcando la schiena in un movimento convulso, mentre quello che aveva creduto il limite massimo del dolore raggiungeva un livello nuovo, proiettandolo in un baratro ancora più profondo. Fu allora, fissando con i propri occhi sconvolti quelli del suo avversario, che comprese che, per quanto potesse sembrare impossibile, la sua sofferenza era soltanto all’inizio.
Scoprì in quel momento che era ancora in grado di urlare.

ESTRATTO 2

Rialzò il viso verso di lui, e lo vide sorridere. Quando le loro labbra si incontrarono, non fu come quella prima confusa volta a Key West, un indugiare inconsapevole in un desiderio che era rimasto tale senza concretizzarsi. Per un attimo si guardarono negli occhi, poi Lea serrò le palpebre e si lasciò andare alle sensazioni. Giù ogni barriera, accogliendo le emozioni di lui come se fossero le proprie. Gli strinse le braccia al collo e dischiuse le labbra, desiderando un contatto più profondo e sensuale. Il suo sapore era quello che aveva sempre immaginato, mentre le loro lingue si trovavano, intrecciandosi in una danza selvatica e istintiva, come se in quel bacio si fossero ritrovati dopo un’eternità, una volta di più.
Sentì le sue grandi mani nervose accarezzarle il busto e insinuarsi con dolcezza sotto la t-shirt, sfiorando la pelle nuda, tracciandovi sopra spirali lievi, delicate e potenti al tempo stesso. E non ebbe neanche il tempo di capire se le sensazioni che provava, e quel desiderio caldo come un falò sotto un cielo estivo, appartenessero soltanto a lei o fossero intrecciati a ciò che provava lui. Sapeva però di non essersi mai sentita così, tra le braccia di un uomo. Allora lasciò che accadesse. E che Sven la riconducesse a casa.

ESTRATTO 3

«Lo ricordi, vero?», incalzò in quel momento Julma, facendo un passo avanti. I suoi occhi erano abissi di un’oscurità insondabile. La forza della sua mente continuava a inchiodarlo sul posto, prospettandogli possibilità inattese. «Ti hanno temuto, scacciato. Ucciso. Gli uomini hanno paura di chi è diverso, di chi è potente. Hanno avuto paura perfino dei tuoi miracoli». Un altro passo. Le sue mani sembravano scintillare come d’acciaio cromato. «Eri tu. Sei sempre stato tu, in mille vite prima di queste, il rinnegato che hanno colpito con sassi e bastoni, il martire bruciato sul rogo. Valoisa, colui che porta la luce. Ma non la vogliono, la tua luce, non nel modo in cui hai sempre pensato. È questa l’umanità che vuoi proteggere? È questa la gente che merita il tuo perdono?».
La pressione si fece insopportabile. Sven rialzò lo sguardo in quello vorticante di oscurità dell’altro. Arricciò le labbra, scoprendo i denti serrati in una smorfia selvatica. «Ci sei sempre stato tu, dietro alle loro paure», dichiarò, la voce così bassa e profonda da sembrare essa stessa il brontolio cupo del tuono.
E quella voce si levò in un ruggito: «Ci sono sempre stato io, a vegliare sui loro incubi».

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Francesca Noto Classe 1977, si è laureata a 22 anni in lettere antiche con indirizzo archeologico, ma subito dopo ha abbandonato le sue velleità da Lara Croft per diventare giornalista e traduttrice di romanzi e riviste. Appassionata di heroic fantasy, scherma medievale, equitazione, giochi di ruolo e videogiochi fin da bambina, è stata caporedattrice del magazine Pokémon Mania nonché docente di game design allo IED di Roma. Il suo lavoro e i suoi interessi l’hanno spesso condotta all’estero, in particolare negli Stati Uniti, paese a cui è molto legata. Il segno della tempesta, concepito nel periodo dell’università, abbandonato e ripreso più volte e poi concluso in tempi più recenti, è il suo romanzo d’esordio.
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